L’iniziativa

Cosa vuole l’iniziativa

Ecco cosa vuole l’iniziativa popolare federale «Nessuna Svizzera da 10 milioni! Iniziativa per la sostenibilità»:

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La popolazione residente permanente* della Svizzera non deve assolutamente superare i 10 milioni di persone entro il 2050. In caso contrario, il Consiglio federale dovrà rescindere i trattati internazionali responsabili dell’aumento della popolazione.
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Non appena la popolazione residente permanente supererà i 9,5 milioni, il Consiglio federale dovrà adottare dei provvedimenti, soprattutto nell’ambito dell’asilo e del ricongiungimento familiare.
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La Confederazione e i Cantoni devono garantire uno sviluppo demografico sostenibile per proteggere il nostro ambiente e nell’interesse dell’efficienza delle infrastrutture, dell’assistenza sanitaria, delle istituzioni educative, dell’approvvigionamento elettrico e degli istituti di previdenza.

* La popolazione residente permanente comprende tutti i cittadini svizzeri con residenza principale in Svizzera e tutti i cittadini stranieri con un permesso di soggiorno di almeno dodici mesi o che risiedono in Svizzera da almeno dodici mesi.

Testo dell’iniziativa

Iniziativa popolare federale «No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)»

La Costituzione federale1 è modificata come segue:

Art. 73a       Sviluppo sostenibile della popolazion

Prima del 2050 la popolazione residente permanente della Svizzera non può superare i dieci milioni di abitanti. Dal 2050 il Consiglio federale può, mediante ordinanza, innalzare ogni anno il limite nella misura dell’incremento naturale. La Confederazione assicura che tale limite sia rispettato.
Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni prendono provvedimenti per uno sviluppo sostenibile della popolazione, volti in particolare a proteggere l’ambiente e nell’interesse della conservazione duratura delle basi naturali della vita, dell’efficienza delle infrastrutture, dell’assistenza sanitaria e delle assicurazioni sociali svizzere.
La popolazione residente permanente si compone dei cittadini svizzeri con domicilio principale in Svizzera e dei cittadini stranieri con un titolo di soggiorno di almeno 12 mesi o che risiedono in Svizzera da almeno 12 mesi.

Art. 197 Ziff. 15¹

15. Disposizione transitoria dell’art. 73a (Sviluppo sostenibile della popolazione)

Se la popolazione residente permanente della Svizzera supera i nove milioni e mezzo di abitanti prima del 2050, per garantire il rispetto del limite di cui all’articolo 73a capoverso 1 il Consiglio federale e l’Assemblea federale, nell’ambito delle loro competenze, prendono provvedimenti riguardanti in particolare il settore dell’asilo e del ricongiungimento familiare. Il Consiglio federale sottopone un disegno di legge in tal senso all’Assemblea federale. Dal momento del superamento del limite, alle persone ammesse provvisoriamente non sono accordati permessi di dimora o di domicilio né la cittadinanza svizzera o altri diritti di rimanere. Sono fatte salve le disposizioni cogenti del diritto internazionale. Per garantire il rispetto del limite di cui all’articolo 73a capoverso 1, il Consiglio federale si adopera inoltre per rinegoziare gli accordi internazionali che favoriscono la crescita della popolazione, siano essi giuridicamente vincolanti o meno, oppure per negoziare clausole d’eccezione o di salvaguardia. Se un accordo prevede simili clausole, il Consiglio federale le invoca.
Se la popolazione residente permanente della Svizzera supera il limite di cui all’articolo 73a capoverso 1, il Consiglio federale e l’Assemblea federale prendono tutti i provvedimenti a loro disposizione perché questo sia rispettato. Il capoverso 1 si applica per analogia. Devono tuttavia essere denunciati il prima possibile gli accordi internazionali ai sensi del capoverso 1, in particolare il Patto mondiale del 19 dicembre 2018 per una migrazione sicura, ordinata e regolare (Patto globale ONU sulla migrazione), sempre che la Svizzera lo abbia firmato. Se, due anni dopo il primo superamento, il limite di cui all’articolo 73a capoverso 1 non è ancora rispettato e non è stato possibile negoziare o invocare alcuna clausola d’eccezione o di salvaguardia che ne garantisca il rispetto, l’Accordo del 21 giugno 19993 tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altra, sulla libera circolazione delle persone (Accordo sulla libera circolazione delle persone) deve essere denunciato il prima possibile.
Entro un anno dall’accettazione dell’articolo 73a da parte del Popolo e dei Cantoni, il Consiglio federale emana mediante ordinanza le disposizioni d’esecuzione. L’ordinanza ha effetto sino all’entrata in vigore delle disposizioni d’esecuzione emanate dall’Assemblea federale.

Ecco perché l’iniziativa è necessaria

Il problema più urgente, più grande e più scottante dell’attuale politica svizzera è uno sviluppo demografico che va oltre ogni ragionevole misura.

Presto si profila una Svizzera di 10 milioni di abitanti. I motivi sono i seguenti:
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Immigrazione di massa dall’UE a seguito della libera circolazione delle persone
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Ricongiungimento familiare a seguito della libera circolazione delle persone, dei richiedenti asilo e degli immigrati da Paesi terzi
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Aumento del numero di richiedenti asilo, soprattutto dall’Africa e dal Medio Oriente
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Rifugiati con statuto di soggiorno S dall’Ucraina
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Immigrazione da Paesi terzi
Dopo l’afflusso netto di 180 000 persone in un solo anno – equivalente alla popolazione del Cantone di Basilea Città – bisogna finalmente fare qualcosa. Poiché i politici di Berna non stanno facendo nulla e i Cantoni non stanno facendo pressione sulla Confederazione, è la popolazione che deve agire.

Perché ogni singolo problema di cui soffriamo ha a che fare con un’immigrazione eccessiva e non regolamentata. Gli effetti sono numerosi:

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Carenza di alloggi e affitti troppo costosi, con i media che quasi sempre nascondono la vera ragione.
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Mancanza di elettricità, a fronte della quale il Parlamento ha approvato fino a 200 enormi turbine eoliche. Queste generano appena 1 terrawatt/ora. Ma solo l’immigrazione dell’anno scorso richiede 1,3 terawatt/ora.
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Ore di ingorghi sulle strade, che sono raddoppiate nel giro di dieci anni.
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Ospedali sovraccarichi, anche se non c’è più un’emergenza legata al coronavirus, ma perché ci sono semplicemente troppe persone che vivono nel nostro Paese.
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Classi scolastiche che spesso hanno solo due o tre bambini con radici svizzere. Chi integra chi?
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Costi sociali come l’assicurazione per l’invalidità o l’assicurazione contro la disoccupazione, di cui usufruiscono molto di più gli stranieri che gli Svizzeri.
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La presunta carenza di manodopera qualificata di cui parlano tutti. Più della metà degli immigrati non ha però un lavoro retribuito e molti lavorano a tempo parziale. Questi immigrati, a loro volta, hanno bisogno di lavoratori qualificati negli ospedali, nelle scuole, nell’amministrazione, nella gastronomia, ecc. È un gioco senza fine!
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La criminalità, che nel caso dei delitti più gravi riguarda in larga maggioranza gli immigrati o gli stranieri. Vi sono carceri distrettuali i cui detenuti sono spesso al 100 per cento stranieri. I costi del sistema penale sono enormi.
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Autosufficienza in pericolo con prodotti sani e sicuri della nostra agricoltura, perché sta diminuendo sempre di più a causa della cementificazione e della «denaturazione» verde-ideologica dei nostri terreni agricoli.
Non è un caso che il nostro benessere – misurato in termini di prodotto interno pro capite – stia ristagnando proprio dall’introduzione della piena libertà di circolazione delle persone nel 2007. Fino al 2001, quando sono stati introdotti gli Accordi bilaterali I, la crescita economica annuale pro capite in Svizzera era in media del 2 per cento. Nel frattempo, questa crescita economica pro capite, che è quindi decisiva, è stagnante. Solo una Svizzera numericamente limitata è sostenibile.