Le scuole messe a dura prova

30.06.2023

Come risultato della crescita demografica, le classi sono composte sempre più spesso da alunni provenienti da contesti di immigrazione che non sono integrati linguisticamente. Quasi tre quarti dei 750 alunni della scuola primaria e secondaria di Neuenhof in Argovia, ad esempio, hanno un background migratorio.[1] La conseguente mancanza di competenze linguistiche abbassa i risultati scolastici e mette a rischio la qualità duratura dell’istruzione svizzera. In molte classi, i bambini con un background migratorio costituiscono la maggioranza, rendendo l’integrazione praticamente impossibile. I bambini di origine svizzera sono quindi letteralmente integrati nelle classi di immigrati. Ecco perché sempre più genitori benestanti ritirano i loro figli dalla scuola dell’obbligo e li inseriscono in una delle sempre più numerose scuole private e riservate all’élite. Ma per la popolazione residente la cui situazione finanziaria è meno agiata, questo è impossibile e distrugge il sistema scolastico svizzero, che era stato ammirato all’estero per quasi 200 anni.

Questa massiccia crescita demografica genera anche costi elevati per il sistema educativo nel suo complesso. Nel Canton Zurigo, il più popoloso, le scuole vengono sovvenzionate separatamente se hanno una percentuale multiculturale superiore al 40%. Nel gergo delle autorità, questo è noto come «qualità nelle scuole multiculturali» (Quims, in tedesco) o, più semplicemente, «scuole Quims». Il loro numero è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Mentre nel 2008/2009 le scuole Quims erano 85, nel 2017/18 erano già 134, su un totale di 500 istituti scolastici.[2] Nel solo 2018 sono state aggiunte 15 nuove scuole (vedi grafico). Nell’anno scolastico 2022/23 erano 154.[3] L’ulteriore assistenza e integrazione richiesta dall’alta percentuale di immigrati comporta compiti assistenziali sempre maggiori, classi più piccole, più personale e, di conseguenza, costi esorbitanti, il che semplicemente non è sostenibile.

Da un lato, la crescita demografica significa che le autorità locali si trovano di fronte alla sfida di dover creare sempre più posti, e quindi costruire sempre più nuovi edifici e strutture scolastiche. Dall’altro, richiede anche un numero sempre maggiore di insegnanti, oltre a tutto il personale aggiuntivo di supporto e integrazione necessario. Questo aggrava la carenza di insegnanti e comporta un onere eccessivo per i contribuenti – basti pensare alla costruzione della scuola «Saatlen» nella città di Zurigo, che si prevede costerà 231 milioni di franchi svizzeri, ovvero 231 000 franchi svizzeri per alunno. L’enorme quantità di attività di costruzione nel settore dell’istruzione spesso distrugge aree naturali e abitazioni. Tutti questi problemi possono essere risolti solo con un’immigrazione mirata e sostenibile.

Anche nelle università, la percentuale di immigrati è impressionante. Così come l’aumento generale del numero di studenti dovuto all’esplosione demografica. Questo va spesso a scapito di una seria assistenza da parte dei professori. I seguenti dati illustrano questa crescita vertiginosa: nel 2000, il numero di studenti del Politecnico di Zurigo era di appena 11 000 persone. Oggi supera i 21 000 studenti.[4] Più di un terzo (35%) degli studenti del Politecnico di Zurigo sono ora immigrati. Al Politecnico di Losanna, la percentuale supera addirittura il 40%. Raddoppiare il numero di studenti in uno spazio limitato non è uno sviluppo sano e richiede programmi di costruzione giganteschi e costosi, con tutti gli effetti dannosi che ciò comporta per l’ambiente e la qualità della vita. Inoltre, i costi dell’istruzione degli studenti immigrati sono sostenuti quasi interamente dai contribuenti svizzeri, poiché le tasse semestrali e le tasse universitarie sono irrisorie rispetto ai miliardi spesi dalla Confederazione e dai Cantoni. Una tale crescita non è affatto sostenibile. Se tenete al nostro sistema educativo – un tempo così performante –, firmate l’iniziativa per la sostenibilità!

[1] Samuel Schumacher: In dieser Aargauer Schule sind Ausländer fast unter sich, in: Aargauer Zeitung, 6.4.2018, https://www.aargauerzeitung.ch/schweiz/in-dieser-aargauer-schule-sind-auslander-fast-unter-sich-ld.1495878
[2] Thomas Schlittler: Deutlich mehr Multikulti in Zürich. Jede vierte Schule erhält Subventionen für Integration, in: Blick, 11.3.2019, https://www.blick.ch/schweiz/deutlich-mehr-multikulti-in-zuerich-jede-vierte-schule-erhaelt-subventionen-fuer-integration-id15211580.html
[3] Bildungsdirektion des Kantons Zürich, QUIMS-Schulen Schuljahr 2022/23, 5.1.2023.
[4] Politecnico di Zurigo, cifre, https://ethz.ch/de/die-eth-zuerich/lehre/kennzahlen.html